Cadono le accuse contro Enzo Vinicio Alliegro, l’antropologo coinvolto nelle indagini sull’occupazione dei binari della stazione di San Pietro Vernotico (BR), il 10 novembre 2015. Il Tribunale di Brindisi ha formalizzato la conclusione del procedimento penale, senza conseguenze giudiziarie per lo studioso.
Professore associato di discipline demoetnoantropologiche presso l’Università Federico II di Napoli, Alliegro era nel Salento per una ricerca, supportata dalla stessa università campana, sulle dinamiche sociali sviluppatesi con la diffusione della Xylella e la conseguente presa di posizione da parte della popolazione (agricoltori e comitati di cittadini) per difendere gli ulivi dall’eradicazione.
Il 10 novembre 2015, appunto, una delle manifestazioni organizzate dagli attivisti locali a San Pietro Vernotico è sfociata nell’occupazione dei binari.
A maggio 2016 a Enzo Alliegro è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari (coordinate dal Sostituto Procuratore Antonio Costantini) che lo vedevano tra gli indagati per “organizzazione e partecipazione a manifestazione con sospensione di servizio pubblico” e gli è stato recapitato un avviso di garanzia.
Eppure, come riporta Enrica Morlicchio, collega di Alliegro alla Federico II, il ricercatore “è ritratto in una foto prodotta dalla Digos, mentre, al di fuori dei binari, con macchina fotografica e taccuino, segue i manifestanti che protestano per la vicenda della Xylella e del taglio degli olivi”.
Un atteggiamento, dunque, da osservatore esterno: un atteggiamento perfettamente normale, dato il ruolo di Alliegro: “E’ proprio la ricerca di campo, che si produce attraverso l’osservazione e la documentazione ravvicinata delle pratiche connesse alla vicenda Xylella – si legge in una lettera di sostegno diffusa da Associazione Nazionale Universitaria degli Antropologi Culturali (ANUAC) – a costituire uno strumento di fondamentale rilevanza e del tutto insostituibile nella pratica del lavoro scientifico antropologico, che lo distingue dalle metodologie praticate anche da altre discipline all’interno delle scienze umane e sociali”.
Lo stesso metodo era stato in precedenza utilizzato da Alliegro per documentare l’opposizione della popolazione lucana allo sfruttamento del giacimento di petrolio più grande d’Italia, e i movimenti sociali nella Terra dei Fuochi, in Campania.
Prima che venisse formalizzata la richiesta di archiviazione da parte dello stesso Sostituto Procuratore Costantini, accolta poi dalla Giudice per le Indagini Preliminari Paola Liaci, il mondo scientifico si è unito in difesa di Alligro e della libera ricerca.
“L’attuale ricerca in corso di svolgimento in Salento sui problemi sociali legati alla diffusione della Xylella, che vede il prof. Alliegro impegnato nella disamina di un fenomeno dalle evidenti valenze nel campo dell’antropologia politica – si legge ancora nella lettera di ANUAC –, suscita nella comunità antropologica nazionale un notevole interesse”.
“Osservare e documentare per interpretare e capire la realtà socio-culturale: sono questi – conclude la lettera – gli obiettivi conoscitivi che gli antropologi perseguono, sempre nel quadro di codici deontologici imprescindibili che l’ANUAC ha definito e che implicano anche il rispetto delle regole di convivenza civile del nostro Paese”.