di Giorgio Doveri
Buongiorno.
Sono Giorgio Doveri, chimico farmaceutico. Io seguo la questione da circa 4 anni.
Non sono un ambientalista e non sono un negazionista. E’ chiaro che c’è un problema fito-sanitario.
Ritengo che gli standard di approccio della comunità europea per combattere un microrganismo da quarantena siano sensati. Ma purtroppo non lo sono per la situazione del nostro territorio.
Il nostro governo ci ha imposto l’utilizzo obbligatorio di pesticidi per uccidere il vettore del batterio.
L’utilizzo di pesticidi non è illogico ed è sensato, ma non tiene conto del parametro cumulativo.
Si parla di decine di tonnellate, perché la Puglia è una enorme foresta di alberi di olivo.
Non ci sono esami che indicano quanto questa quantità incida sull’ambiente e sull’uomo. Uno studio di impatto ambientale è obbligatorio: riteniamo che nel nostro specifico contesto, in cui l’operazione deve essere applicata su milioni di alberi, uno studio sul parametro cumulativo sia fondamentale. Senza di esso non si può procedere. Purtroppo non serve una grande mente per capire quanto sia disastroso l’utilizzo di questa quantità di prodotti.
Credo che siamo nell’ambito di un disastro ambientale.
La mia prima domanda è, quindi, la seguente: “La comunità europea obbliga all’uso di pesticidi su un territorio di 65 milioni di alberi di ulivo?”
Un documento pubblico ha dichiarato che, per capire le cause del disseccamento degli ulivi, sono stati fatti tutti i tipi di studi sull’ambiente e sul territorio. In questo documento pubblico è stata inserita la seguente frase: “Dopo aver escluso qualsiasi forma inquinante del terreno e dell’ambiente“.
Noi abbiamo bisogno di queste analisi, perché ogni scienziato ed esperto dichiara e dimostra da anni che il Salento è molto, molto inquinato. Nell’aria, nella terra e nelle falde acquifere.
Una eventuale dichiarazione falsa in un atto pubblico è una cosa grave.
La procedura di eradicazione delle piante ospiti nel raggio dei 100 metri intorno alla pianta infetta ha anche una sua logica teorica e pratica in molti casi. Ma nel nostro caso specifico non è logica: la motivazione di queste eradicazioni nasce dal fatto che il vettore non vola oltre i cento metri.
Abbiamo due problemi di fondamentale e scientifica importanza:
1. Il vettore forse non vola oltre i cento metri, ma col vento, o con una macchina, o su un vestito, può superare i 10 km. Se eradichiamo i circa 300 alberi in ogni ettaro e il vettore è andato oltre i 100 metri, abbiamo eradicato inutilmente 300 alberi, e così via dal profondo sud al profondo nord della Puglia. Infatti, le eradicazioni fatte fino ad ora non sono servite a niente. Adesso è possibile dirlo.
2. Il principio può essere corretto su una vigna, su altri tipi di piante ospiti, ma non su 65 milioni di alberi di ulivo. L’ulivo non è una pianta, è un grande albero. Con questa procedura rischiamo di creare un deserto. Mi domando: e se un giorno trovassimo un solo albero positivo al batterio a nord della Puglia? Si sarebbe procurato un disastro ambientale senza alcuna efficacia.
Il problema c’è, e riguarda circa l’1,8 % degli alberi di tutta la Puglia.
Ci sono però notizie confortanti, quelle legate alla realtà dei fatti. La realtà, la verità e non le parole: chi sta curando gli alberi, nutrendoli e potandoli, sta ottenendo risultati ottimi e gli alberi stanno guarendo. Siamo disponibili a portarvi a visitare questa splendida e scientifica realtà.
Concludo con una metafora, che secondo me rappresenta perfettamente il problema e la sua giusta soluzione: se non ci si lava i denti per un anno, si mangia cioccolata e si fumano 40 sigarette al giorno, dopo un anno vengono 3 carie. Se si va dal dentista, egli troverà 3 carie. Le carie sono piene di batteri. La domanda è: Qual è la causa delle carie? I batteri o il maltrattamento dell’igiene orale?
Ma sopratutto, qual è la cura per quei denti? E per quegli alberi? Anche un bambino di 6 anni capisce che la cura sono 3 otturazioni per ripulire i denti dai batteri, e iniziare una buona igiene orale.
Questa semplice metafora ci mette davanti ad una questione scientifica epocale, che ci può permettere di scegliere se sviluppare una mente più elevata e di buon senso, o uccidere l’arte nobile di una scienza capace di fare una giusta diagnosi e sopratutto di applicare la giusta terapia.
Le mie domande sono due:
1. La comunità europea obbliga l’uso di pesticidi su un territorio di 65 milioni di alberi di ulivo?
2. Siete sicuri che l’obbligo di sradicare altri ulivi nel raggio di 100 metri intorno all’albero infetto sia efficace in un territorio di 65 milioni di alberi, cioè una foresta di ulivi su tutta la regione?
Grazie.