Di Marilù Mastrogiovanni
Il Comitato Sos salviamo ora il Salento si rivolge al presidente della Repubblica, della Camera e della Regione Puglia perché rivedano completamente la strategia di contrasto del batterio xylella fastidiosa.
La strada scelta nel 2013 dalla Regione Puglia infatti, e rimasta immutata nel suo impianto generale, prevede l’utilizzo massiccio di pesticidi e lo sradicamento degli ulivi nella zona “cuscinetto”: per ogni pianta, erba, albero, fiore, cespuglio risultati positivi a xylella, anche se asintomatici, si dovrà desertificare un territorio pari a circa 3,3 ettari tutt’intorno. Tanto è previsto fin dal 2015 (decisione di esecuzione Ue 789/2015), anche se la Corte di giustizia europea chiede che venga fatto “secondo scienza”. E su questo si aprono diversi scenari.
Su questo punto che consente di deforestare il Salento a macchia di leopardo e a norma di legge, sradicando alberi che finora la legge impediva di sradicare, le varie associazioni e i movimenti sono spaccati.
Coldiretti è d’accordo a sradicare anche nel raggio dei 100 metri. E’ d’accordo ad usare insetticidi a tappeto. E questo è singolare, perché per un’associazione di agricoltori sradicare gli alberi, cioè la fonte del proprio guadagno, è un’operazione suicida.
Il Comitato Sos salviamo ora il Salento, cui aderiscono diverse aziende agricole bio della provincia di Lecce e Brindisi è contrario a sradicare e all’utilizzo di pesticidi. Ha infatti vinto alcuni ricorsi al Tar, ottenendo di inserire tra gli insetticidi obbligatori per uccidere la sputacchina (insetto vettore del batterio), anche quelle naturali.
Ha perciò lanciato una petizione per chiedere di rivedere la strategia della regione Puglia.
Infine il Movimento 5 Stelle: in una conferenza stampa, fissa in 10 punti quella che secondo i penta stellati è la strategia da seguire.
Per il M5S la strada dello sradicamento “chirurgico” è perseguibile. Sì agli sradicamenti dunque, ma solo delle piante malate e non più sradicamenti a tappeto delle piante sane nel raggio dei 100 metri da quella risultata positiva (anche se non malata).
Potrebbe anche essere un compromesso ragionevole, se ci fossero solide basi scientifiche che provino che sradicare un albero positivo ad un batterio e bruciarne le radici sia sufficiente per evitare che si propaghi la diffusione del batterio su altre piante.
Peccato però che ci sia ampia letteratura che prova il contrario: la strategia della distruzione delle piante funziona nei luoghi chiusi (per esempio se la pianta è stata trovata in una serra, in un magazzino, in una nave, in un porto), ma non in campo aperto.
Se poi distruggere gli alberi positivi comporta distruggere il paesaggio, dunque andare contro i principi sanciti dalla Costituzione italiana che il paesaggio tutelano come bene comune e tutelano la salute umana, allora cambia tutto.
Allora la strategia è da rivedere. La strategia allora è la cura. Cambiando le norme.
Sia il comitato Sos Salento sia il M5s sia “il Popolo degli ulivi”, cioè il libero movimento di cittadine, cittadini, e associazioni che dissentono dalle imposizioni della Ue, sono concordi sulla necessità di rivedere la strategia di contrasto del batterio. Sulle modalità invece il confronto è aperto.
RIPORTIAMO DI SEGUITO:
Il testo della petizione popolare del comitato Sos Salviamo ora il Salento e il testo dei 10 punti del M5S che prevede gli sradicamenti “chirurgici”.
PETIZIONE POPOLARE PER CURARE I BENI COMUNI E NON UCCIDERE LA TERRA PER DECRETO MARTINA.
PETIZIONE POPOLARE PER :
– Vietare tutti gli insetticidi e pesticidi chimici ed eventualmente raccomandare esclusivamente quelli utilizzati in agricoltura biologica registrati e autorizzati contro l’insetto vettore (Philenius Spumarius)
-Vietare comunque l’impiego di qualsiasi prodotto sulle colture durante il periodo della fioritura, dalla schiusura dei petali fino alla caduta degli stessi e l’irrorazione nelle aree di localizzazione degli alveari.
-Attuare il riequilibrio della sostanza organica del terreno e promuovere la cura dell’albero con metodi ecosostenibili e biologici.
– Sostenere finanziariamente i predetti metodi e prodotti ecosostenibili e biologici, attraversola dotazione finanziaria a valere sulle risorse F.S.C. sottoscritto tra il governo e la Regione Puglia in data 10 settembre 2016 e già stanziati pari 2.071,5 milioni di Euro
PETIZIONE EX ART.50 DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA
PETIZIONE EX ART.16 DEL L.R. PUGLIA 2004 N.7
Al Presidente della CAMERA DEI DEPUTATI-ROMA On. Roberto Fico
Al Presidente del Consiglio Regionale della Regione Puglia On. Michele Emiliano
I sottoscritti Cittadini Italiani, Associazioni ed Enti avvalendosi del diritto sancito dall’Art. 50 della Costituzione della Repubblica,
CHIEDONO
Che il Parlamento e la Regione Puglia vogliano adottare provvedimenti del seguente tenore e sulle materie appresso indicate.
I 10 PUNTI DEL M5S
Linee guida Movimento 5 Stelle per la gestione e il controllo di Xylella fastidiosa
Alla luce delle evidenze di campo e della ricerca scientifica dal momento del ritrovamento del batterio sul territorio pugliese, riteniamo che per affrontare l’emergenza Xylella sia indispensabile un vero e proprio “patto con il territorio”.
È quello che è mancato fino ad oggi. Tale mancanza ha comportato uno scollamento generale tra enti, agricoltori e cittadini.
Nessun contenimento può essere attuato se tutti non partecipano e sono messi nelle condizioni di farlo.
Riteniamo che la Regione Puglia, con i suoi ritardi e inefficienze nelle politiche agricole inerenti la questione, abbia gravi responsabilità. Né discutibili piani e decreti legislativi calati dall’alto possono porre un serio freno alla propagazione del batterio.
Ora è indispensabile che Governo nazionale, Regione, Comuni, Consorzi, Ricercatori, Agricoltori e Cittadini, formino una efficiente “rete operativa” per gestire e contenere in modo condiviso Xylella f.
Al momento non si intravede la possibilità di debellare il batterio Xylella f. Fino a che ciò non avverrà, occorre convivere con lo stesso mettendo in atto le necessarie misure per contenerlo il più possibile.
Dal canto nostro riteniamo che oggi questa convivenza si debba attuare su più livelli:
a) Buone pratiche agricole, con potature biennali e ove si renda necessario senza cagionare stress agli alberi con tagli di grosse dimensioni che causano effetti opposti, procedere al taglio ripetuto delle piccole branchette che producono sintomi da disseccamento;
b) Diserbo meccanico eseguendolo ovunque possibile nel periodo giovanile di sviluppo del vettore philaenus spumarius meglio noto come “sputacchina”;
c) Diserbo con tecniche innovative nelle aree pubbliche e in quelle marginali difficilmente raggiungibili attraverso il ricorso a prodotti non residuali oppure ricorrendo alla già collaudata tecnica del pirodiserbo o alla innovativa tecnica del vapore d’acqua ad alta temperatura la cui fattibilità è già oggetto di studio e approfondimento;
d) Trattamenti con prodotti fitosanitari sostenibili nelle fasce di contenimento nei periodi di diffusione degli adulti di Philaenus spumarius. Tali prodotti devono manifestare efficacia verso il vettore e al contempo contemperare le esigenze delle aziende in Biologico, limitando i trattamenti obbligatori a due secondo tempi e modalità previsti dalle norme vigenti e usando principi attivi compatibili con l’ambiente e la salute. Deve essere garantito all’agricoltore un abbattimento dei costi per l’acquisto di questi presidi fitosanitari che copra il gap con i prodotti convenzionali attraverso aiuti economici. E’ necessario attuare qualsiasi misura di profilassi nelle aree indenni attraverso il ricorso a pratiche colturali e strategie agronomiche atte a migliorare le condizioni di vita dell’olivo;
e) Interventi chirurgici di eradicazione delle piante infette nelle fasce di contenimento, dato che gli alberi colpiti da Xylella sono ulteriori fonti di inoculo. A tal proposito occorre recuperare le risorse necessarie per aumentare e rendere più efficienti i monitoraggi, dando costante e trasparente informazione agli agricoltori e ai cittadini. L’espianto deve essere condotto con tempi e modi idonei. Devono essere salvaguardati gli ulivi monumentali, per i quali occorre prevedere idonee procedure di isolamento fisico per impedire che siano presidi di contagio;
f) Reimpianto nella zona infetta con cultivar ritenute idonee che manifestano tolleranza/resistenza al batterio, incentivando lo studio e la ricerca sul germoplasma autoctono e l’individuazione di semenzali locali che manifestino resistenza/tolleranza al disseccamento;
g) Rigenerazione del paesaggio dell’olivo e ricostruzione paesaggistica delle aree maggiormente colpite che tenga conto dei caratteri identitari del paesaggio pugliese e delle esigenze di carattere sociale ed economici;
h) Monitoraggi estesi e ripetuti della Regione, eseguiti con modalità idonee anche per studi geostatistici, che possano consentire di studiare come il fenomeno si propaga nello spazio, in modo da arginare più efficacemente le eventuali direttrici di propagazione;
i) Controlli tempestivi ed efficaci sull’adempimento delle azioni di controllo del vettore, con sanzioni ed esecuzione in danno;
l) Ricerca scientifica multidisciplinare mirata alla comprensione della diffusione e gestione di Xylella f.
Misure Economiche.
Per un serio e giusto contenimento della diffusione della Xylella occorrono cospicui finanziamenti pubblici: europei, ministeriali, regionali. Occorre intervenire con logiche da gravi calamità naturali. Né si può pesare eccessivamente sui coltivatori, a partire dall’espianto a finire alle misure di lotta obbligatoria. Riteniamo pertanto indispensabili gli aiuti economici al comparto olivicolo interessato, con un occhio particolare ai piccoli agricoltori che costituiscono buona parte delle aziende agricole del territorio pugliese.
Si deve partire urgentemente con alcuni interventi: abbattimento della burocrazia, misure finanziarie e fiscali idonee, risarcimento danni da xylella, accesso alle risorse del Fondo di solidarietà nazionale, postegrazione dei mutui, incentivi e aiuti per il rimboschimento, per le misure agroambientali e la rigenerazione paesaggistica. Risorse aggiuntive per i monitoraggi, i controlli e la ricerca scientifica.