Tra i più attivi e attenti attori della cittadinanza attiva e dell’associazionismo ambientalista, il Forum ambiente e salute chiede che ricercatori e ricercatrici di tutto il mondo facciano pressione perché la ricerca sia davvero espressione di un’attività corale, aperta, condivisa.
Ad oggi, nonostante ai progetti di ricerca finanziati dalla Unione europea con fondi pubblici partecipino ricercatori provenienti da molte università, il coordinamento rimane in capo a quattro enti di Bari: CNR, Università, Iamb e Istituto Basile Caramìa, in quanto negli hanno acquisito un vantaggio competitivo su tutti gli altri, avendo lavorato sul batterio fin dall’inizio e anzi avendone “intuito” la presenza con largo anticipo.
Dunque Xylella report si unisce all’appello del Forum ambiente e Salute, chiedendo a ricercatori e ricercatrici di sottoscriverlo: la Scienza se è tale deve essere sottoposta all’analisi e al giudizio della comunità mondiale e i risultati devono essere a disposizione di tutti. Devono avere, soprattutto una ricaduta sociale. Al contrario di quanto sta accadendo ora in Puglia.
ECCO L’APPELLO:
-L’epidemia del disseccamento rapido degli ulivi nel Salento rappresenta uno scenario inedito -anche se anticipato da eventi analoghi negli ultimi decenni del 1700 e nel primo del XX sec- per la complessità dei patogeni imputati (rodilegno, funghi, batterio xylella), nonché dei fattori climatico-ambientali (aumento temperature, inquinamento, pesticidi, squilibri ecosistemici, fertilità dei terreni, abbandono di molti uliveti e delle buone pratiche agricole, etc.);
-tuttavia la ricerca e le indagini sono state ufficialmente e istituzionalmente concentrate in modo unidirezionale e riduttivo sul ruolo della xylella, sia perché classificata nella lista Eppo tra i patogeni da quarantena e in quanto considerata finora assente in Europa. Di conseguenza non si è indagato sul ruolo di altri patogeni (in particolare funghi), pur giudicati causa del disseccamento degli ulivi anche dalla dg Sanco, né si è avuto un approccio sistemico;
-dall’individuazione della presenza del batterio (nel 2013, ben 6 anni dopo i primi segnali di disseccamento rapido, inascoltati né contrastati), fino alle prove di patogenicità, la ricerca è stata di fatto concentrata in maniera monopolistica in quattro enti di Bari, con ruoli diversi ma complementari, dai rapporti tra loro consolidati: CNR; Università, IAM , Istituto Basile Caramia. Al loro lavoro si sono incardinate le pesanti e unidirezionali decisioni degli organismi europei. Anche i due principali bandi di ricerca Horizon 2020 (Ponte e Xf Actors), che coinvolgono decine di istituti internazionali, sono coordinati da due autorevoli membri del CNR di Bari, con altri indagati dalla magistratura. Tale accentramento è solo assai parzialmente ridimensionato dal recente finanziamento soprattutto regionale di alcune sperimentazioni, comunque insufficienti a modificare la consolidata unidirezionalità della ricerca sul disseccamento (eziologia e contrasto);
-invece la complessità e la novità del fenomeno, la gravità dell’impatto sul territorio, la necessità di riscontro e di conclusioni univoche, ineccepibili, trasparenti e condivise, avrebbero richiesto e continuano ad esigere ricerche plurime e indipendenti, guidate da approcci epistemologici, protocolli e indagini differenziate, plurivoche sistemiche e non accentrate e riduzionistiche;
– tale gestione monopolistica e unidirezionale ha favorito un comprensibile scetticismo nell’opinione pubblica, alimentato da contraddizioni, criticità, ambiguità, lati oscuri, nonché avallato sia dalle indagini giudiziarie e soprattutto dalla messa in discussione (anche da parte di alcuni ricercatori) di fondamentali aspetti soprattutto della pubblicazione dei test di patogenicità di xylella su ulivo del 2016, nonché di altri aspetti importanti della ricerca barese e connessi alla dell’epidemia, da parte delle istituzioni pubbliche, sia amministrative che di ricerca;
-pertanto, per comprovare (o meno) quanto finora dichiarato ufficialmente (ma unilateralmente e unidirezionalmente) sull’eziologia del disseccamento imputata al patogeno xyella; per indagare sul ruolo di altri patogeni e concause sull’epidemia in atto; per produrre una ricerca ineccepibile, grazie ad un approccio sistemico e pluridirezionale, più efficace anche sul piano operativo e di contrasto del disseccamento:
Noi sottoscritti ricercatori e studiosi riteniamo e chiediamo che le Istituzioni nazionali ed europee debbano favorire, rendere possibili sollecitare e promuovere ricerche pluralistiche e indipendenti sul disseccamento rapido degli ulivi, da parte di istituti internazionali diversi e pienamente autonomi rispetto a quelli che finora l’hanno gestita in modo accentrato.