di Giorgio Doveri
E’ la xylella la causa principale del disseccamento degli ulivi in Puglia? O è l’unica causa? E se è solo una delle concause, quali sono le altre? Dopo quasi tre anni dalla prima comunicazione del ritrovamento del batterio, inviata dalla Regione Puglia alla Ue, i dubbi sono ancora numerosi.
I quesiti finora senza risposta riguardano questioni cruciali:
Intanto, poiché alcuni conti sulla relazione che il CNR di Bari ha presentato a EFSA non ci tornavano, abbiamo chiesto un parere a Luigi De Bellis, direttore del dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) dell’Università del Salento.
Così scrive il prof. Luigi De Bellis:
“Punti da chiarire nella relazione “External scientific report” di fine marzo 2016, rispetto agli esperimenti i cui risultati indicherebbero la Xylella come causa del disseccamento rapido degli olivi:
Tabella 3 di pagina 20 della relazione
In questa Tabella vengono indicati i risultati degli esperimenti in cui si è inoculato il batterio in delle piante di Olivo, in particolare in 10 giovani piante (alte tra i 50 e 100 cm, vedendo le foto) per ogni specie tra “Cellina di Nardò”, “Coratina”, “Frantoio”, “Leccino” e in 10 piccole piantine (seedlings, alte ca. 30 cm).
I prelievi sono stati effettuati a 1, 3, 9, 12 e 14 mesi e la Tabella indica quante di queste piante risultano infettate; nell’ultima colonna (14 mesi dopo l’inoculazione) vengono infine indicate le piante che presentano sintomi di disseccamento (una pianta può essere infettata, ma non ancora presentare sintomi). In questa colonna viene indicato il seguente risultato:
Piante che mostrano i sintomi / Numero totale di piante
Cellina di Nardò 7/8
Coratina 0/7
Frantoio 2/7
Leccino 3/7
Seedings 1/5
Ma come diceva il grande Totò è la somma che fa il totale, ma il totale delle piante non è mai 10: dove sono finite le piante mancanti? Possibile che i ricercatori abbiano escluso alcune piante o dimenticato di aver effettuato l’esperimento con 10 piante?
Vedi figura 8 della relazione (anche in questo caso, per la Coratina il totale delle piante non è 10 ma 8 (nonostante il denominatore 10):
La Tabella 4 indica invece le piante in cui la radice, sempre delle piante in oggetto, è stata infettata e qui addirittura il numero dei campioni è sceso a 3. Dove sono tutti gli altri campioni per arrivare a 10? E’ normale non analizzare la maggioranza delle piante inoculate?
In aggiunta, visto che la Fig. 8 indica una diversa mobilità della Xylella nelle diverse piante, per Leccino e Coratina le 3 piante le cui radici sono state analizzate, come sono state scelte? Sono state prese piante rappresentate sulla destra o sulla sinistra delle rispettive figure? Il risultato ipotizzabile è infatti ben diverso se sono state scelte piante nelle quali è già stata evidenziata una significativa mobilità del batterio o piante dove la Xylella inoculata è rimasta relativamente vicino al punto di inoculo”.
Fin qui l’analisi del prof. De Bellis.
Accreditato da Xylella Report, ho partecipato ieri al convegno internazionale su xylella, tenutosi a Valenzano, presso la sede dello Iamb (Istituto agronomico Mediterraneo Bari), e ho potuto rivolgere due domande a Maria Saponari, una delle firmatarie dello studio (che è anche una dei tre ricercatori baresi indagati dalla Procura di Lecce).
Le ho posto due domande: “perché il totale dei risultati non è mai 10?”. Poi le ho chiesto come mai non abbiano ritenuto opportuno far realizzare la ricerca ad altri ricercatori non indagati e ad altri istituti super partes, dal momento che la loro attività di ricercatori è sotto indagine da parte di una procura della Repubblica.
Alla prima domanda la ricercatrice Maria Saponari ha risposto che tre delle 10 piante sono state sezionate per essere analizzate e di fatto sono state distrutte, ed è per questo che il totale dei risultati non coincide mai con il numero di partenza (10 piante).
Alla seconda domanda la dott.ssa Saponari non ha risposto, affermando che il suo unico interesse è fare ricerca su xylella.
NDD.
Precisiamo di aver chiesto autorizzazione al CNR (sede principale di Torino) per la pubblicazione delle foto e grafiche contenute nella relazione. In attesa di autorizzazione formale, e non potendo più attendere, riteniamo di esercitare il nostro diritto-dovere di cronaca pubblicando le tabelle, in quanto la notizia è di interesse pubblico ed urgente e la ricerca è finanziata con soldi pubblici. Il copyright delle illustrazioni è del CNR. (MLM)