Sul banco degli “imputati” questa volta sale la Commissione europea. E a mettervela su è il Tar del Lazio, contemporaneamente in due diversi e importanti pronunciamenti, pubblicati a stretto giro, l’uno il 14, l’altro il 15 gennaio (CLICCA QUI).
Il Tribunale amministrativo pone così ulteriori paletti di fronte alla dichiarata ineluttabilità dello sradicamento degli ulivi e dell’utilizzo massiccio di pesticidi come unici mezzi efficaci per contrastare la presunta emergenza xylella.
Confermando (ordinanza n. 393 del 15 gennaio 2016) la sospensiva delle misure di sradicamento indiscriminato degli ulivi e della somministrazione di pesticidi sui terreni delle 29 aziende biologiche riunite nel “Comitato SOS salviamo ora il Salento”, previste dal piano Silletti 1 e 2, a cui le aziende s’erano opposte, di fatto bacchetta le amministrazioni pubbliche confermando la sospensiva e affermando che è necessario attendere l’esito del rinvio pregiudiziale dinanzi al Tribunale del Lussemburgo.
Fino ad allora, cioè fino a che il Tribunale europeo non si sarà espresso sulla legittimità delle decisioni della Commissione europea, per le aziende non varranno le imposizioni del piano Silletti uno e due, peraltro già decaduto nei fatti all’indomani delle dimissioni del commissario straordinario per l’emergenza xylella, indagato dalla Procura di Lecce con altri 9, tra scienziati e dirigenti regionali.
Il Tar Lazio riconosce dunque la legittimità del rinvio pregiudiziale dinanzi al Tribunale del Lussemburgo, precisando che vi è un altro giudizio pendente che chiama in causa la Commissione europea e di cui si dovranno attendere gli esiti: è il ricorso con cui le aziende bio del “Comitato SOS salviamo ora il Salento” difese dagli avvocati Luigi Paccione e Valentina Stamerra, impugnano la decisione di esecuzione della Ue del 18 maggio scorso e tutti gli atti successivi, dunque ogni decisione del Ministero, della Regione Puglia, del Commissario straordinario, e di tutti gli uffici ed enti a loro correlati.
La decisione di esecuzione contestata dalle aziende bio è quella che stabilisce che il raggio di sradicamento degli ulivi intorno alla pianta positiva a xylella deve essere di 100 metri. Secondo gli avvocati Paccione e Stamerra con tale decisione la Commissione Ue lede una serie di principi costituzionali e del Trattato di funzionamento della Unione europea (CLICCA QUI).
Il Tar del Lazio poi (sentenza n. 367 del 14 gennaio 2016), consacra la piena legittimazione ad agire delle associazioni di volontariato che si pongono a tutela della salute, del patrimonio paesaggistico, dei diritti dei consumatori e dei metodi di coltivazione biologica. Le associazioni legittimate ad agire in giudizio contro lo sradicamento degli ulivi e l’utilizzo dei pesticidi sono:
Regione Puglia, Ministero delle politiche agricole, Presidenza del consiglio dei Ministri e Protezione civile nella figura del commissario Silletti s’erano costituiti contro aziende e associazioni.
“Il TAR quindi – dicono gli avvocati Paccione e Stamerra – riconosce il nuovo scenario in cui da una parte sul banco degli imputati compare anche la Commissione Europea, la cui decisione è stata sottoposta al vaglio del Tribunale EU a seguito del ricorso delle aziende salentine e dall’altra l’intero territorio salentino è presidiato dalle associazioni di volontariato poste a tutela del paesaggio e della salute”.
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[…] che cosa fare, coordinandosi col Ministero, e poi comunicarlo alla Ue. Il problema ora è un altro: il Tar del Lazio con due ordinanze ben motivate ha rinviato in via pregiudiziale il parere di legit… Le motivazioni dei quattro dispositivi traggono origine da un medesimo convincimento del Tribunale […]