di Marilù Mastrogiovanni
E’ in arrivo la procedura di infrazione per l’Italia (CLICCA QUI): Troppi ritardi nell’attuazione della decisione di esecuzione della Ue (la n.497 del 2014) che impone di sradicare gli ulivi e utilizzare a tappeto pesticidi per bloccare il diffondersi del batterio della xylella fastidiosa.
Pare che il provvedimento sarà ufficializzato a breve. I tempi non sono immediati: si tratta di una prima “messa in mora” dell’Italia, che poi avrà 60 giorni di tempo per replicare e produrre materiale per perorare le sue ragioni.
I 60 giorni di tempo scadranno proprio in concomitanza della scadenza del mandato del commissario per l’emergenza xylella Giuseppe Silletti.
Come dire: finita l’emergenza, se il problema non è stato risolto, partono le multe.
Una conclusione logica e attesa, sebbene sbandierata come uno spauracchio per i pugliesi e in particolare i salentini: c’è il rischio che i tutti i vivaisti, non solo quelli salentini, si vedano bloccare le esportazioni delle specie potenzialmente positive a xylella.
Questo è un rischio reale, sebbene un’ipotesi del quarto tipo.
L’Italia, nonostante la recente archiviazione di 7 procedure d’infrazione, è il paese europeo con il maggior numero di procedure attivate: novanta, comminate per fatti molto gravi e non certo per non aver voluto sradicare alberi secolari.
CLICCA QUI per visualizzare tutte le procedure.
Solo nel 2015 ne sono state attivate 16 e la regione Puglia vanta il primato italiano della regione con il maggior numero di procedure attivate per fatti accaduti sul suo territorio e dei quali, ovviamente, la Regione è parte in causa: una riguarda l’Ilva e il non rispetto della direttiva sulle emissioni industriali, l’altra riguarda il Comune di Bari e riguarda la costruzione di una nuova sede per gli uffici giudiziari e il non rispetto del diritto comunitario, avendo optato per una ricerca di mercato e non per un appalto trasparente.
Con la procedura di infrazione per la xylella, la regione Puglia sale a quota tre.
Ma è poi davvero una disdetta?
Tutt’altro.
Stiamo ai fatti, come sempre: le memorie della Ue ai due ricorsi presentati l’uno dal Comitato SOS Salento (CLICCA QUI) e l’altro dal gruppo di giuristi del LAIR e del prof. Luigi De Bellis (CLICCA QUI) (entrambi i ricorsi sostenuti da Xylella report), arriveranno prima che lo Stato italiano contro deduca all’attivazione della messa in mora da parte della Ue per l’avvio della procedura di infrazione.
Che significa?
Significa che entrambi i ricorsi mettono in discussione, sebbene per aspetti e sfumature diverse, la decisione di esecuzione 497/2014 e successive, ossia la 789/2015.
Insomma: contestano i contenuti stessi della decisione di esecuzione che la Ue contesta all’Italia per la mancata attuazione.
Fantastico no?
Grazie a quei due ricorsi di semplici cittadini, artisti, imprenditori, associazioni, l’Italia avrà un asso nella manica in più per dimostrare che il piano Silletti uno (basato sulla decisione di esecuzione 497/14) e il piano Silletti due (basato sulla 789/15) sono inapplicabili, non solo perché, de facto, insostenibili nei tempi e nei costi, non solo perché tanti imprenditori e Comuni hanno fatto ricorso al Tar, non solo perché tante cittadine e cittadini sono saliti sugli alberi e sulle ruspe per bloccare lo sradicamento degli alberi, ma perché, nella sostanza, quel piano, dunque quelle decisioni di esecuzione, sono contra legem, cioè profondamente ingiuste.
Insomma, su un piatto d’argento cittadine e cittadini, a spese loro e rischiando in prima persona soldi denunce penali, hanno servito al Ministero (e alla Regione Puglia) le argomentazioni giuridiche per dimostrare che la colpa se non si attua la decisione di esecuzione è della stessa Ue e non dei cittadini.
Saranno in grado, Ministero e Regione Puglia, di usare fino in fondo quest’assist?
Fornendo, infine, un’alternativa: un piano ragionato per convivere col batterio, ricerche serie, uno studio epidemiologico che ancora manca, uno studio di patogenicità che ancora manca.
Finora ogni proposta che, non dimentichiamolo, parte sempre dalla Regione Puglia, è stata fatta, come si dice nel Salento, “a muzzu”, cioè così, a forfait, a occhio.
Inclusa la misura di sradicamento degli ulivi entro un raggio di 100 metri: come ha dichiarato Elvira Tarsitano a Xylella Report, all’indomani della pubblicazione della decisione di esecuzione 789/2015, non c’è alcuna evidenza scientifica che a 99 metri gli ulivi siano infetti e che a 101 metri siano fuori pericolo.
E’ l’occasione, finalmente, per fermarsi tutti, azzerare tutto, come auspicava Michele Emiliano in campagna elettorale, e fare le persone serie. E non giocare a dadi con la vita di un intero popolo.