di Valentina Isernia
21/07/2015 – E c’è chi, in silenzio, si concentra sulle cure degli ulivi secolari.
Non con l’obiettivo di uccidere il batterio della xylella fastidiosa, ma con quello di curare gli ulivi dalla “sindrome” (cioè dai sintomi, cosa diversa da una malattia) del Co.di.ro. cioè il disseccamento rapido, un fenomeno che da almeno da 10 anni empiricamente viene rilevato dai contadini salentini.
La sperimentazione, regolarmente autorizzata dal Ministero, è portata avanti da Fabio Ingrosso (Copagri, presidente Lecce, vicepresidente Puglia, consigliere nazionale Copagri e Unasco), da Francesco Lops e Antonia Carlucci (patologi vegetali, Università di Foggia) e da 12 aziende che si sono messe a disposizione perché sui loro alberi vengano testate le cure dei ricercatori dell’Università di Foggia.
(Nelle foto: gli ulivi sottoposti ai trattamenti stanno reagendo positivamente).
Fabio Ingrosso non nasconde un certo ottimismo: “Gli ulivi con sindrome da disseccamento, stanno rispondendo bene. E son passati solo due mesi. Siamo ‘solo’ al terzo trattamento e visivamente si registra un miglioramento netto. Il nostro obiettivo non è curare la xylella, ma rinforzare gli alberi, debilitati da anni di utilizzo di sostanze chimiche; nutrire il terreno e restituirgli sostanza organica; fare in modo che gli alberi reagiscano alla presenza del batterio”.
“La pianificazione della ricerca – spiega Ingrosso – è partita ufficialmente il 16 Marzo 2015 per poi iniziare con le prove in campo nei primi giorni di maggio. Abbiamo fatto tutte le richieste necessarie e siamo partiti”.
E’ stato difficile avviare l’iter? Avete le autorizzazioni?
“Le autorizzazioni richieste sono state quelle necessarie affinché il professor Lops e la professoressa Carlucci potessero utilizzare i prodotti allo scopo di avviare e gestire le attività sperimentali in campo. I tempi sono stati quelli necessari come in questi casi.
Alle autorità competenti è stata anche inoltrata, per ben due volte, la richiesta di autorizzazione ufficiale ad effettuare campionamenti per analisi di laboratorio. Ma ad oggi non è giunta nessuna risposta”!
Quindi non avete potuto appurare di persona se gli alberi su cui state lavorando sono positivi a xylella”?
“Noi no, non siamo autorizzati a ‘manipolare’ il campione. Ma sono venuti i tecnici dello IAMB di Bari e hanno fatto i dovuti campionamenti”.
Vi hanno fornito i risultati dei test?
“Non ancora”.
Chi altro partecipa alla sperimentazione?
“La partnership tra Università di Foggia e Copagri si avvale anche della preziosa collaborazione di alcuni tecnici tra agronomi e periti agrari. In ultimo ma non di importanza, collaborano alla sperimentazione direttamente i proprietari degli uliveti che hanno aderito al nostro protocollo sperimentale”.
Che prodotti usate?
“La nostra ricerca ha lo scopo principale di individuare il prodotto o la combinazione di più prodotti tale da consentire alle piante di olivo di riprendere il proprio stato vegetazionale.
I prodotti utilizzati nella nostra sperimentazione sono tutti a basso o nullo impatto ambientale. Tutti riportano in etichetta di essere concimi, o biostimolanti o sono prodotti di copertura già ammessi in agricoltura biologica”.
Sono previste attività di laboratorio? E come fate, se non avete l’autorizzazione per la manipolazione del campioni?
“Per il momento la sperimentazione si svolge soprattutto in campo con prodotti biocompatibili. Le attività di laboratorio sono state limitate a valutare la sensibilità dei patogeni fungini e batterici agli stessi prodotti in condizioni di laboratorio (saggi di sensibilità/inibizione in vitro).
Non avendo ricevuto le dovute autorizzazioni, i campionamenti non vengono effettuati, ma direttamente in campo si valutano alcuni parametri vegetazionali, quali potenziali stomatici, indice della clorofilla e dei flavonoidi”.
Come stanno reagendo gli alberi?
“Considerando che la sperimentazione è iniziata solo pochi mesi fa, valutare l’efficacia dei prodotti utilizzati nel ridurre e/o contenere i sintomi del CODIRO è precoce, sebbene in molti cadi le risposte della pianta ai trattamenti lasciano ben sperare”.
In casi come questi, chi vigila che tutto sia fatto secondo le norme?
“Personale addetto dell’ASL territoriale della provincia di Lecce si è recato nei campi in cui sono in corso le nostre sperimentazioni, assistendo ai lavori per tutta la loro durata, verificando i prodotti utilizzati, le modalità di somministrazione, e accettando che tutte le norme in materia di sicurezza e sanitarie fossero garantite”.
Quando potrete dire con certezza se i vostri trattamenti hanno avuto successo o meno?
“Trattandosi di una sperimentazione di campo, nonché di piante arboree, i cicli dei trattamenti dovrebbero essere ripetuti per almeno due o tre volte. Sebbene i risultati possano essere disponibili alla fine di ogni ciclo sperimentale, è necessario che il criterio scientifico della ripetibilità venga soddisfatto perché si possa dire se uno o più prodotti siano efficaci nel ridurre/contenere gli agenti della sindrome da “disseccamento rapido. Al momento comunque non sono state rilevate particolari criticità. Certo, se potessimo verificare in laboratorio la presenza, l’entità degli agenti patogeni dopo i trattamenti, potremmo contare su maggiori certezze”.