Pubblicato il rapporto del Ministero dell’Agricoltura su quanto fatto finora per analizzare e contrastare il diffondersi del batterio da quarantena xylella fastidiosa (CLICCA QUI).
Da ottobre 2014 a giugno 2015, su 23.266 alberi analizzati (per il 98% ulivi) sono risultati positivi a xylella 612 alberi, pari all’1,8% del campione.
Gli alberi si trovano tutti nella zona infetta, cioè provincia di Lecce e feudo di Oria (Br).
In vista della riunione del Comitato fitosanitario europeo, il Ministero dell’Agricoltura ha inviato il 6 luglio scorso alla Commissione Ue i dati del monitoraggio, con i risultati delle analisi e di tutte le misure per “eradicare il patogeno”.
Però, nel corso del Comitato fitosanitario tenutosi a Bruxelles il 9 luglio scorso, cioè tre giorni dopo l’invio della relazione, lo stesso Comitato ha chiesto ulteriori dettagli, soprattutto i dati epidemiologici e sulla biologia del vettore, a garanzia che le misure attuate siano efficaci.
Come infatti avevano evidenziato i ricercatori del CEH del Regno Unito, in una ricerca commissionata da EFSA e che Xylella Report ha reso nota e commentato, tali dati mancano.
Lo studio del vettore, commissionato da EFSA al CNR di Bari, sarà pronto entro la fine del 2015.
I dati dei campionamenti invece confermano la percentuale pubblicata il 20 aprile scorso sul libro-inchiesta “Xylella report”: solo l’1,8% del campione è positivo a xylella.
Considerando però che sugli stessi alberi altri campionamenti e altre analisi effettuate da altri Centri di ricerca, hanno avuto risultati contraddittori, è lecito chiedersi quanto siano affidabili tali metodiche.
Dai dati ufficiali del Ministero emerge anche un altro elemento d’analisi: non c’è un avanzare dell’epidemia. Nella zona infetta la percentuale di alberi è pari sempre all’1,8% dopo oltre due anni.
Lo ha sottolineato l’europarlamentare Rosa D’amato (M5S). Sembrerebbe non esserci alcuna emergenza xylella, dunque, almeno in senso “epidemiologico”. Certamente un’emergenza, al contrario, dettata dalla incapacità gestionale della Regione Puglia.
Se tali dati dovessero essere confermati dall’analisi epidemiologica che ha chiesto il Comitato fitosanitario della Ue, verrebbero meno i presupposti per ricevere i rimborsi per “calamità naturale da fitopatia”?
Inoltre, questi alberi positivi a xylella, pari all’1,8% del campione, sono da considerarsi epidemia o “caso isolato”?
Se fossero considerati “caso isolato”, in base all’articolo 5 delle premesse della Decisione di esecuzione della Ue approvata il 18 maggio scorso, non ci sarebbe l’obbligo di “demarcare le aree” e le misure da attuare sarebbero molto più blande.
Anche su questi concetti si basa proprio il ricorso alla Corte di giustizia europea che stanno per presentare le aziende bio riunite nel “Comitato SOS Salviamo ora il Salento”, sostenuto dal libro-inchiesta “Xylella report”, che devolverà parte delle vendite al Comitato SOS.