di Marilù Mastrogiovanni
La Xylella fastidiosa, sottospecie pauca, la stessa trovata in Salento, è stata isolata anche sugli ulivi argentini. Si tratta della stessa sottospecie (pauca) ma non del medesimo ceppo (CoDiRO).
Finora non era mai successo di trovare la Xylella fastidiosa sottospecie “pauca” su altri ulivi che non fossero quelli pugliesi.
La notizia è contenuta nella nota (disease note) inviata l’8 marzo scorso dalla ricercatrice Raquel Haelterman dell’Istituto di patologia vegetale della provincia di Cordoba (Argentina) e da altri ricercatori della provincia di La Rioja al Journal of Plant Pathology (JPP) di Bari.
La Xylella fastidiosa sugli ulivi argentini è stata trovata nel dicembre 2013, successivamente quindi al ritrovamento in Italia. Gli ulivi che in Argentina mostrano i segni di “bruscatura” sono vecchi più di 50 anni.
Gli studiosi hanno proceduto a fare test ELISA (risultati positivi) in sei siti diversi, successivamente i test ELISA sono stati confermati da analisi molecolari (PCR), utilizzando marcatori e protocolli precedentemente pubblicati (Francis et al, 2006; Minsavage et al, 1994).
Hanno eseguito il test PCR e sequenziato 3 dei prodotti PCR, identificando le sequenze come Xf sottospecie pauca. Le sequenze sono geneticamente identiche a un ceppo di Xf subsp. pauca che attacca citrus (arance e limoni) e abbastanza simili (ma non identiche) a quelle pubblicate da Loconsole et al. (2014) per l’ulivo pugliese.
Le prime analisi confermano dunque che si tratta della stessa sub sottospecie “pauca” ritrovata sugli ulivi pugliesi, ma, scrivono i ricercatori argentini, è necessario isolare il batterio in coltura pura per verificare l’identità della specie, poi procedere al test di patogenicità, poi procedere allo studio dell’epidemiologia e l’analisi del vettore per avere contezza della malattia e dei suoi potenziali vettori in quella regione.
Come in Italia, nessuna certezza dunque sul vettore e sulla relazione causa-effetto tra disseccamento sugli ulivi e presenza di Xylella.
In Puglia s’è dimostrato che quello che si pensava essere il vettore di Xylella sugli ulivi in realtà non trasmette il batterio: gli esperimenti di inoculo del batterio da sputacchina a ulivo sono falliti (CLICCA QUI).
Mentre s’è dimostrato che la sputacchina infetta la pervinca e l’oleandro.
Alcune pubblicazioni scientifiche, incluse quelle di autorevoli esperti di Xylella, suggeriscono che sradicare le piante non serve per bloccare il batterio.
In Argentina non ci sono esemplari d’ulivi secolari e millenari come in Puglia eppure hanno avviato un monitoraggio su vasta scala senza, finora abbattere alcun albero d’ulivo, mentre in Puglia, nonostante il Piano Silletti sia stato bloccato dal Tar e dal Consiglio di Stato, continuano ad essere notificate ordinanze del Commissario che avvertono i proprietari dell’imminente sradicamento degli alberi.
Questo accade senza che siano stati resi noti, ai proprietari degli alberi che il commissario intende abbattere, i risultati dei test sugli ulivi. In assenza di trasparenza, ed essendo un diritto dei proprietari conoscere tali risultati, avranno successo le lettera di diffida che i proprietari degli alberi invieranno al Commissario e le successive impugnazioni davanti al Tar. E’ già accaduto ad Oria, dove l’avvocato Pesce, proprietario di alcuni ulivi su cui pende l’ordinanza di sradicamento del Commissario, s’è vista riconoscere la sospensiva del Tar.
Gli studi sulla relazione causa-effetto (test di patogenicità) sono in corso, sia in Italia sia in Argentina, così come lo studio del vettore e lo studio dei modelli matematici in base ai quali mappare le aree (zona infetta, zona cuscinetto).
Ma, se in Argentina si attendono i risultati degli studi prima di intervenire, In Puglia si spinge l’acceleratore sulle misure drastiche che puntano a smantellare la foresta d’ulivi secolari, allargando le maglie della legge che tutela gli ulivi e preparando la strada per nuove speculazioni edilizia in aree agricole e nuovi impianti per coltivazioni intensive destinate all’agroindustria.
Ricordiamo infatti che gli ulivi sradicati non potranno essere rimpiazzati da nuovi ulivi e che anche nella provincia di Lecce si potranno abbattere alberi su base volontaria.
(11 giugno 2015)