La Camera dei deputati ha discusso e approvato tutte le mozioni urgenti relative “all’emergenza fitosanitaria, causata dal batterio Xylella fastidiosa, che ha colpito gli alberi di ulivo in Puglia”. In particolare le mozioni di Palese, Matarrese, Duranti, Pastorelli, Fauttilli, Pizzolante, Mongiello, Rampelli, Fedriga e L’Abbate. Quest’ultima mozione (del M5S) è stata approvata ad eccezione del quinto capoverso del dispositivo, che è stato invece respinto.
Sospensione dell’IMU agricola, proroga della scadenze delle rate di credito agrario e di credito ordinario dalle imprese agricole. Sono queste le decisioni più importanti sulle quali il Parlamento ha impegnato il Governo ad agire.
Altri passaggi delle mozioni approvate riguardano l’esclusione dal patto di stabilità delle spese riguardanti le misure obbligatorie per contrastare la sindrome da disseccamento degli uliveti; attuare un piano di certificazione delle produzioni vivaistiche in grado di certificare l’assenza del patogeno da quarantena prima di movimentare le piante e prevedere opportuni finanziamenti alle aziende florovivaistiche che aderiscono al piano di certificazione.
Nella seduta del 4 giugno è stato anche sciolto un “giallo” attorno alla mozione di Giuseppe L’Abbate (M5S). In un nostro articolo (CLICCA QUI) su www.xylellareport.it, avevamo denunciato la superficialità e approssimazione con la quale le mozioni di tutti i deputati affrontavano l’emergenza del disseccamento degli ulivi. Articolo che non era andato giù all’on. L’Abbate che in un comunicato stampa pubblicato sul suo profilo Facebook, chiariva come la mozione pubblicata nel sito della Camera non fosse quella definitiva.
Ed effettivamente abbiamo verificato tutte le correzioni effettuate alla mozione formalmente presentata dal M5S (non però da L’Abbate, espulso dall’aula pochi minuti prima dalla presidente Boldrini, assieme a diversi suoi colleghi).
A differenza di L’Abbate (M5S), Rocco Palese (Forza Italia) ha invece perseverato nell’errore, leggendo in Aula un testo che è tutto da ridere (se non ci fosse da piangere). Potete leggere voi stessi (clicca qui) a pag.72 e 75 del resoconto stenografico della Camera. Secondo il deputato di Acquarica del Capo, la xylella avrebbe posto “i coltivatori nelle condizioni di dover sradicare e bruciare gli ulivi infetti, in quanto pericolosi anche per la fauna”.
Quindi per Palese gli ulivi colpiti da xylella sarebbero pericolosi per gli animali. Vuole cortesemente spiegarci, l’on. Palese, da dove ha tratto queste sconvolgenti informazioni?
Ma in tutte le mozioni si evidenzia purtroppo uno scenario di sconfortante ignoranza e superficialità.
Si continua ad associare la “sindrome da disseccamento” degli ulivi al batterio della xylella fastidiosa, affermando, in un atto pubblico, che sia la causa del disseccamento. E’ però ormai noto che non è provato il nesso causa-effetto tra disseccamento e presenza della xylella, mancando l’esperimento di “patogenicità”, volto proprio a dimostrare il collegamento diretto tra il batterio e la “eventuale” malattia che provocherebbe. Ecco perché, finora, i ricercatori, giustamente, nei loro scritti, parlano di “sindrome”, ossia di sintomi. I sintomi ci sono, ma ancora non sono decifrabili. Quindi, non è nota la malattia e non si sa se, effettivamente, tale malattia ci sia.
Si continua ad affermare che il vettore è certamente la sputacchina, anche se l’esperimento volto a dimostrare che la sputacchina infetta la xylella all’ulivo è fallito.
Nonostante questo le decisioni prese dalla pubblica amministrazione, sono state, nel tempo, sempre più drastiche.
Un altro stop però è arrivato dal Consiglio di Stato che ha pubblicato le motivazioni con cui ha respinto il ricorso del Ministero delle Politiche Agricole, del commissario Silletti, della Protezione civile contro la sospensiva concessa dal Tar del Lazio a 26 aziende florovivaistiche difese dagli avvocati Paccioni e Stamerra.
Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso di Ministero, Commissario e Protezione civile perché ha ritenuto che le conseguenze sulle coltivazioni biologiche derivanti dall’uso di pesticidi imposti dal commissario Silletti avrebbero degli effetti irreversibili e questo, scrive il Consiglio di Stato, “ben al di là della stretta necessità ed urgenza, alle quali tali provvedimenti sono pur correttamente finalizzati, di contenere la diffusione della Xylella fastidiosa”. Inoltre, dice il Consiglio di Stato, vi sono altre misure, derivanti dalla nuova decisione di esecuzione della Ue (2015/789 del 18 maggio) che saranno recepite dal Ministero dell’Agricoltura, dunque, in attesa di quelle, rigetta il ricorso.
(8 giugno 2015)