di Marilù Mastrogiovanni
Riunito ieri in sessione plenaria il Parlamento Europeo ha approvato la proposta di risoluzione presentata da PPE, S&D, ECR, ALDE e ha bocciato gli emendamenti proposti da M5S e Tsipras che chiedevano:
di impedire l’eradicazione delle piante nel raggio di 100 metri dalla pianta risultata positiva alla xylella, come previsto invece dalla nuova bozza della Decisione di esecuzione della Ue, licenziata il 28 aprile scorso;
di impedire l’utilizzo di fitofarmaci, pesticidi, secca tutto, e di valutare misure diverse in relazione alla diffusione del batterio e al ceppo specifico, anche in considerazione dell’elevato impatto ambientale, degli effetti cancerogeni dei pesticidi e della resistenza ai pesticidi che un loro abuso potrebbe generare.
Gli emendamenti sono stati proposti da Rosa D’Amato, Marco Zullo, Tiziana Beghin a nome del gruppo EFDD e da Eleonora Forenza, Barbara Spinelli, Lidia Senra Rodriguez, Curzio Maltese, Paloma Lopez Bermejo, Kostadinka Kuneva, Stelios Kouloglou, Emmanouil Glezos, Estefanìa Torres Martinez a nome del gruppo GUE/NGL.
Per essere chiari: ricordiamo che nei nuovi focolai, quindi in tutta la Puglia, è prevista l’eradicazione di tutti gli alberi anche asintomatici nel raggio di 100 metri rispetto all’albero o alla pianta che mostra anche solo i sintomi visivi ascrivibili alla xylella. Quest’emendamento bocciato dal Parlamento prevedeva dunque di sostituire l’eradicazione con il monitoraggio e l’isolamento delle piante infette.
L’emendamento bocciato inoltre chiedeva di “rivedere anche l’articolo 5, per consentire di coltivare piante potenzialmente ospiti, che andranno sottoposte a test per garantire che non siano infestate dall’agente patogeno nonché monitorate, integrando il tutto con opportune pratiche agricole (quali sarchiatura, potatura, e corretta gestione del terreno rispettando tassativamente il suo equilibrio biologico) e da trattamenti fitosanitari adeguati e sostenibili”.
Per essere chiari: l’articolo 5 della nuova Decisione di esecuzione impedisce di ripiantare specie attaccate dalla xylella. L’ulivo, quindi, non si può ripiantare una svolta sradicato. Questo è previsto anche dal decreto ministeriale del 26 settembre 2014.
Che cosa si farà sui terreni dove si sradicheranno gli ulivi? Speculazioni edilizie e riconversione delle coltivazioni in chiave industriale.
Attraverso quali procedure e leggi questo sia possibile l’abbiamo spiegato nel libro “Xylella report”.
Si chiedeva al Parlamento di dare un nuovo indirizzo alla Commissione Ue in considerazione del fatto che “In un recente parere scientifico sulla valutazione del rischio della xylella fastidiosa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha affermato che il ricorso intensivo a trattamenti insetticidi al fine di limitare la trasmissione della malattia e controllare l’insetto vettore può provocare conseguenze dirette e indirette per l’ambiente, alterando intere reti alimentari con effetti a cascata, andando così a incidere su vari livelli trofici; che, a titolo di esempio, l’impatto indiretto dei pesticidi sull’impollinazione rappresenta attualmente un motivo di grave preoccupazione (EFSA 2013) e che i trattamenti insetticidi su larga scala costituiscono inoltre un rischio per la salute umana e animale”.
Questo è stato bocciato.
Si chiedeva inoltre di rivedere la Decisione di esecuzione “considerando che la resistenza di pesticidi impiegati quali insetticidi è accelerata da un ricorso eccessivo e incontrollato a tali prodotti, circostanza che mette quindi a repentaglio tutti i passi avanti compiuti nel settore fitosanitario” e si invitava “la commissione a valutare misure diverse (in sostituzione di eradicazione e pesticidi, ndr), da attuare in funzione del grado di diffusione del batterio, delle piante colpite e del ceppo batterico”, anche “considerando che la resistenza agli insetticidi costituisce un fenomeno che ha chiare implicazioni transfrontaliere, le quali, con ogni probabilità, sarebbero impossibili da gestire sulla base delle attuali risorse e conoscenze scientifiche, non possono esse escluse potrebbero avere ricadute imprevedibili sul piano medico, sociale ed economico”.
Anche questo bocciato.
Infine si chiedeva di rivedere le misure della Decisione di esecuzione “considerando che un utilizzo improprio e irrazionale dei pesticidi crea inoltre condizioni favorevoli alla comparsa di batteri resistenti grazie alle proprietà antimicrobiche delle sostanze e che la perdita di microbi benefici rende gli ecosistemi agricoli vulnerabili alle successive ondate di attacchi da parte di organismi nocivi invasivi”.
Anche questo bocciato.
Una risoluzione che rafforza e legittima la Decisione della Commissione di eradicare e utilizzare pesticidi, in quanto ha bocciato gli emendamenti volti ad impedirlo.
Secondo fonti parlamenti Paolo De Castro, attraverso il suo capogruppo Gianni Pittella, ha precettato i suoi eurodeputati ottenendo la quasi unanimità.
Voci fuori dal coro, Elli Schlein, giovane eurodeputata bolognese ed Elena Gentile (già assessora al welfare della Regione Puglia). Quest’ultima ha votato a favore per alcuni emendamenti per altri si è astenuta.
Per il resto il voto del Pd è stato allineato.
Gravissima posizione dunque, quella del già presidente della Commissione agricoltura e coordinatore scientifico del CIHEAM Paolo De Castro che ha espresso la necessità di “agire subito su tutti i fronti” (fonte: ansa).
Il Parlamento europeo ha chiesto anche di incentivare la ricerca e prevedere rimborsi agli agricoltori per mancato reddito; ed è su queste risoluzioni che si è concentrata la comunicazione di De Castro. Risoluzioni sicuramente animate da tante buone intenzioni (che per ora rimangono tali) e che sono inefficaci per bloccare lo sradicamento della foresta di ulivi e l’avvelenamento delle popolazioni salentine.
(21 maggio 2015)