Si indaghi il ruolo dei funghi nel disseccamento degli ulivi; si accerti la patogenicità della xylella.
Nel frattempo, alla luce del ritrovamento della xylella nel brindisino, saranno nuovamente modificate le zone cuscinetto e tampone.
Le indicazioni arrivano dalla Commissione europea Agricoltura, appena conclusa: all’ordine del giorno anche la xylella fastidiosa in Puglia.
Ho seguito i lavori grazie ad una diretta via facebook fatta dal collega Giovanni Sammali, giornalista originario di Salve che vive a Losanna, autore del libro “Salento, destinazione cancro” (Lupo editore, 2014), che tra le sue fonti annovera anche le inchieste del Taccoditalia. Giovanni ha tradotto in simultanea per me dal francese all’italiano.
In Commissione agricoltura era presente la deputata tarantina Rosa Amato (M5s). “Lo sradicamento di centinaia di migliaia di ulivi e di altri alberi e lo spargimento di enormi quantità di pesticidi per combattere la Xylella fastidiosa, così come previsto dal piano Silletti avvallato da Regione Puglia, governo italiano e Commissione Ue, rappresenta un tragico errore – ha detto Rosa Amato. A oggi – ha aggiunto – non vi è alcuna dimostrazione scientifica del legame causa-effetto fra il ceppo salentino della Xylella e il fenomeno del disseccamento degli ulivi, dovuto sicuramente anche, e forse principalmente, all’attacco di alcune specie di funghi che bloccano i vasi linfatici delle piante, oltre che ai danni prodotti dalla Rodilegno giallo, una falena, come gli stessi ispettori della Commissione hanno riscontrato nel loro rapporto su un audit condotto in Salento nel febbraio 2014″.
Si vede (nel piano Silletti, ndr) che in realtà il controllo chimico del vettore e l’eradicazione delle piante riguarderanno l’intera zona infetta con interventi estremamente aggressivi e distruttivi, un’azione che rischia di portare alla desertificazione forzata del Salento. Anche l’Efsa, nel suo recente parere scientifico sulla valutazione di rischio della Xylella, evidenziava come sia ‘molto alta l’incertezza e molto bassa la fattibilità tecnica dell’estirpazione, soprattutto nel caso dell’ulivo”.
“In totale assenza di rigore scientifico – ha detto Amato – ciò che temo è che ce la stiamo prendendo con la causa sbagliata e stiamo ignorando le cause reali di questa epidemia, esponendo così altri paesi europei al rischio di ritrovarsi disarmati nella stessa situazione, dopo avergli dato l’illusione di aver contenuto la diffusione della malattia”.
Il presidente della Commissione agricoltura ha dunque concluso chiedendo che si verifichi la patogenicità della xylella sugli ulivi e dell’azione di questi funghi che bloccano i vasi linfatici delle piante.
Gli altri componenti della Commissione hanno chiesto che si blocchino le importazioni dagli Stati dove è nota la presenza della xylella (ad esempio il Sud America).
Colpo di scena, almeno per me e Giovanni Sammali, ma sicuramente anche per voi, è stato l’intervento di Josè Bovè, deputato francese dei Verdi, che ha riferito che la xylella è stata trovata in Corsica su ulivi ornamentali venduti nei centri commerciali. Ovviamente asintomatici.
Questa notizia potrebbe cambiare del tutto la prospettiva della ricerca scientifica condotta finora, perché, in attesa che escano i risultati sulla patogenicità dell’ulivo, la xylella è stata trovata su piante sane nel corso di controlli di routine sulla tracciabilità delle piante. Josè Bovè ha infatti concluso: “Alla luce di questi fatti, il massacro degli ulivi in Salento dovrebbe essere contenuto”.
FONTE: BLOG MARILU’ MASTROGIOVANNI – http://www.marilumastrogiovanni.it/ue-xylella-su-ulivi-in-corsica/